La legge di Bilancio 2025 (207/2024) introduce obblighi di tracciabilità per le spese di trasferta (vitto, alloggio, viaggio, trasporto, taxi, Ncc) per garantirne la deducibilità fiscale (IRES/IRPEF, IRAP) e l’esenzione dalla tassazione sui rimborsi ai dipendenti. Fanno eccezione i trasporti pubblici di linea. Le spese devono essere pagate con strumenti tracciabili come carte di credito, bonifici o assegni.
La norma mira a combattere l’evasione fiscale, particolarmente diffusa nei settori del trasporto e della ristorazione. Si prevede un aumento di gettito fiscale dal 2026, ma non per il 2025, anno di entrata in vigore.
In caso di mancata tracciabilità, il datore di lavoro è obbligato a rimborsare le spese al dipendente, ma tali importi saranno soggetti a tassazione e contributi, con conseguenze economiche sfavorevoli per il lavoratore. Alcuni datori potrebbero scegliere di “lordizzare” i rimborsi per compensare il carico fiscale. Tuttavia, servono chiarimenti per alcune casistiche, come l’uso di carte estere o l’applicazione ai rimborsi di spese non documentabili (ad esempio lavanderia o parcheggio).
La norma potrebbe creare tensioni nella gestione del personale, specialmente in caso di disagi per i lavoratori in trasferta.